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Stadio vuoto davanti a gare da record


Non é certo una notizia che fa scalpore. I brasiliani aldilá del calcio non sanno vedere. C'é stato un buon riscontro con la vittoria di Rafaela Silva nel Judo, tanto da risultare un'eroina nazionale (mancava poco che la volessero come Presidente), e anche con gli atleti della ginnastica artistica (ma solo perché hanno portato a casa una medaglia). Per il resto l'interesse non é molto, specialmente se il Brasile non gareggia.
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Sono pochi, annoiati, distratti e l'ultimo dei problemi è la torcida che ha fatto piangere l'astista francese Lavillenie. I brasiliani sanno come tifare, ma non sono abituati all'atletica e di certo non amano lo stadio Enganhao, lontano da tutto quello che ha un senso. 

Lo hanno tirato su nel 2007 per i Panamericani e poi ceduto al Botafogo nel 2015, ma la città lo trovo scomodo e il visitatore olimpico impossibile. A 40 minuti dal Parco Olimpico, molti di più se si resta bloccati dal traffico, ben distante da Copacabana che fa da cuore dei Giochi perché è l'unico posto che ospita gare e offre la vera Rio. Il resto è periferia e gli organizzatori ci hanno piazzato lo sport più pesante delle Olimpiadi. Bella scelta. Si è riempito solo la sera in cui Usain Bolt ha corso i 100 metri, per il resto anelli semideserti e gruppetti che si divertono come riescono, con cori calcistici dietro ad atleti disorientati.  

Il conto dei biglietti venduti non torna mai, 35 mila a sera (in un impianto che ne contiene 60 mila)  secondo le cifre ufficiali che non tornano sugli spalti.  Vuoti, desolanti. Forse sono numeri forniti da Pat Hickey, il simpatico membro Cio, fino a poco fa parte dell'esecutivo e, per gradire, capo dei comitati europei che è in arresto per la tratta di biglietti. 

Ottimo, se magari la famiglia olimpica si fosse occupata di far arrivare per davvero qualcuno  in questo giro ingressi avuti gratis e girati sul mercato nero almeno avremmo evitato qualche buco. 

Possibile che ai brasiliani non venga in mente neanche la più semplice delle idee; coinvolgere scolaresche, comunità, regalare questi ingressi invece di tentare di piazzarli per guadagni extra, a tradimento. Ogni Paese ospitante non sa come riempire gli impianti e tenta di organizzare entrate gratuite di gruppi selezionati. Nulla. Del resto in una gestione dove gran parte dei volontari se la sono data a gambe e si fa fatica pure a garantire che nessun estraneo entri nella zona dei controlli doping, il deserto è il minore dei problemi. E il più triste degli scenari. 



Tre record del mondo fino a qui e uno solo ha avuto pubblico, i 400 metri centrifugati da Van Niekerk erano in programma la stessa sera dei 100 metri di Bolt. Poi più nessuno all'orizzonte, si aspettano i 200 metri per un brivido di passione mentre già viene annunciato il peggio: Le Paralimpiadi  sono ferma al 12 per cento del venduto sul totale delle competizioni. Rio ha organnizato dei grandi Mondiali di calcio e delle olimpiadi misere. 

Fonte: La Stampa

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