Insieme propongono un originale decalogo ad uso e consumo di chi da Mosca arriva in Versilia per abitare in ville di lusso, frequentare boutique alla moda o costosi ristoranti. "Per favore sorridete di piu', se una pietanza o un servizio vi e' piaciuto, mostrate soddisfazione ringraziando e dicendolo, non solo lasciando laute mance", e' uno dei consigli.
"E' mortificante - spiega Madonna - per chi dedica tanto tempo alla preparazione dei piatti e alla loro presentazione pretendere che tutto sia servito contemporaneamente come richiesto da molti russi. Con un pesce bollito, non si puo' bere un Solaia e per favore stop al cappuccino dopo pranzo". "Per carita' non vogliamo insegnare niente a nessuno, ma solo dare dei consigli per consentire una migliore integrazione", aggiunge il manager.
Le “sanzioni” sul cappuccino colpiscono i turisti russi
Infiamma i social network russi il video di un hotel italiano che dispensa consigli di bon ton su come comportarsi durante le visite in Italia: “Mai ordinare cappuccini prima di pranzo e lasciare mance troppo laute”
Mentre le cancellerie internazionali discutono se lanciare un nuovo giro di sanzioni contro la Russia, a Forte dei Marmi un hotel le ha già adottate, e anche pesanti: agli ospiti russi è stato proibito (o almeno caldamente sconsigliato) di ordinare cappuccini prima di pranzo. Non per protesta contro l’annessione della Crimea, ma per insegnare ai russi un po’ di bon ton e “avvicinare le due culture”.
Il video del proprietario dell’Hotel Byron Salvatore Madonna che, in compagnia della modella Liudmila Radchenko, dispensa consigli ai turisti russi su come comportarsi ha fatto 120 mila clic in pochi giorni su YouTube e sta infiammando i social network russi insieme ai filmati sull’assalto all’ambasciata di Mosca a Kiev. Il momento non poteva essere scelto peggio: a Mosca trionfa il nazionalismo, l’ostilità verso l’Europa diventa politica ufficiale, le agenzie turistiche fanno pubblicità con slogan come “viaggiate prima che la frontiera venga chiusa”, e un albergatore italiano che sostanzialmente dice ai russi che sono cafoni invece di venire liquidato come una barzelletta diventa un caso politico. I commenti variano da un lapidario “italiano cretino” digitato con l’ausilio del traduttore di Google a manifesti ideologici del tipo “abbiamo sempre saputo che ci odiano, abbiamo fatto di tutto per piacergli, ma gli europei ci disprezzeranno sempre”, con la logica conclusione “d’ora in poi vacanze solo in Crimea”.
Ai russi l’Hotel Byron chiede di sorridere, salutare, ringraziare, guardare il personale negli occhi e non lasciare laute mance (chissà se quest’ultima raccomandazione sarà gradita dai camerieri dell’albergo). Alle signore viene consigliato di non usare un abbigliamento firmato troppo succinto e tacchi alti in piscina, ai signori di non trangugiare bicchieri di vodka tutto d’un fiato. Ma, secondo il gestore dell’albergo, lo scontro di civiltà si manifesta soprattutto a tavola, e i russi non devono pretendere che tutti i piatti arrivino contemporaneamente (cosa che peraltro non fanno mai, probabilmente il signor Madonna li ha confusi con gli indiani o i cinesi) e di non ordinare un cappuccino prima di pranzo.
Il razzismo nasce sempre da incomprensioni piccole, da puzze sconosciute dalla cucina del vicino, da intolleranze igieniche, da fobie sessuali sui costumi - immancabilmente dissoluti – dell’Altro, che poi diventano stereotipi che trasmigrano nelle vignette, nei film, nella politica. Gli italiani si offendono a venire raffigurati all’estero come mafiosi, o comunque personaggi chiassosi, inaffidabili, mangioni e cascamorto. I russi – soprattutto quelli di Mosca, abituati a una città che offre qualunque cosa a qualunque ora – elencano puntigliosi sui forum le pecche del turismo in Italia: difficoltà a comunicare in inglese, prezzi alti e conti approssimativi, la tendenza a risparmiare sull’aria condizionata e la carenza di Wi-Fi, strutture fatiscenti, igiene dubbia e servizio scarso. Sono scandalizzati dal topless nelle spiagge e spesso restano scettici sulla pasta, che nonostante ormai decenni di raffinata cucina italiana popolarissima in Russia, rimane nel loro codice cultural-gastronomico un contorno, il più povero, da mensa scolastica. E difendono il loro diritto a rimanere corrucciati, sostenendo che i “sorrisi degli europei sono falsi”.
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