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L’invasione delle baratas!


Una notizia veloce veloce che ho trovato su Folha, il mio giornale preferito (qui ci vorrebbe un sorrisetto ironico).

La vigilanza sanitaria di Rio de Janeiro ha chiuso oggi un supermercato della catena Extra per infestazione di baratas. Può succedere, non è una prerogativa solo del Brasile che alcuni animali nocivi infestano locali pubblici (anche se il connubio cibo-baratas mi fa un po’ schifo). Ma quello che mi è piaciuto è stato il commento di un lettore brasiliano:

  1. ricardo vendramini (21)
    (16h30) há 1 minuto
    Mas qual a novidade nisso? Sem contas que desligam os frezzers a noite e descongelam os produtos, ja cansei de ver isso acontecendo nas duas lojas aqui perto de casa. Ja vi tambem trocando etiquetas de prazo de validade dos frios. Afinal, eles são tipicamente brasileiros e fazem o que o brasileiro mais está acostumado a fazer.
    O comentário não representa a opinião do jornal; a responsabilidade é do autor da mensagem
Come diceva il grande Renzo Arbore: meditate gente, meditate…

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8 Commenti

  1. La storia del cambio di etichette è talmente normale che in alcuni supermercati lo fanno addirittura di fronte alla clientela.

    A Fortaleza, quando andavo a comperare il pane nel supermercato Frangolandia, era normale vedere il commesso che toglieva l'involucro di cellophane a confezioni di carne con la vecchia data e ne metteva uno nuovo, ovviamente con la data nuova.

    All'Extra ho visto la stessa cosa, ma in questo caso era frutta deperibile, come fragole e uva.

    Il commentatore di Folha ha svelato un segreto che non è segreto.

    Ma quello che meraviglia non è l'azione illegale in se stessa, è il pubblico che bovinamente accetta questa situazione.

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  2. Infatti il problema non sono le baratas, che in ogni caso a me fanno schifo, ma il modo con cui molti gestori di negozi, grandi o piccoli che siano, cerchino di fregare il prossimo. Più di una volta mi è capitato di comprare prodotti "estragatos", ma come hai detto tu, il problema maggiore è il modo con cui vengono accettate certe cose. Ma mi sono già stancato di cercar di convincere alcune persone che certe azioni non vanno bene. Ci sono cose così radicate in certa gente che puoi dire tutto quello che vuoi, tanto non vieni creduto.

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  3. Caro Franco, scusa la mia ignoranza o la mia solita ingenuità, ma i NAS in Brasile non esistono? Ciao Rosanna

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  4. Sinceramente non lo so. C'è una Vigilanza Sanitaria, ma si occupa principalmente di malattie. L'intervento al supermercato dell'articolo è avvenuto, come sempre, su denuncia anonima, quindi non so se loro fanno accertamenti regolari come in Italia.

    Abbraccio

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  5. lavorando nel campo dei latticini in italia quello che mi ha impressionato in brasile è il trasporto e lo stoccaggio dello yogurt ,basta andare al Ceasa(fortaleza) per vederli accastati sotto il sole ..... ciao fabio

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  6. Beh, voi parlate di queste cose contro il Brasile come se qui in Italia fosse il paradiso e nn succedesse niente di ciò....
    Ma come se dice in Brasile, "macaco ve so o rabo do outro..."

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  7. Dove hai letto che l'Italia sia un Paradiso? E poi proprio tu vieni a dare del macaco a me? Ma fammi il piacere!

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  8. Veramente il detto "macaco ve so o rabo do outro..." non è corretto, è una variazione dell'originale "O macaco só olha no rabo do outro." Ed è un proverbio africano, giunto in Brasile quando ancora esisteva il commercio degli schiavi.

    Ma gli anonimi che si nascondono nell'ombra, perché si vergognano di loro stessi, queste cose non le sanno.

    Ma poi l'anonimo senza nome di cosa va "cianciando", non è che vado a prendere le difese di Franco, saprà difendersi anche da solo, ma la notizia è di un giornale brasiliano, con un commento brasiliano.

    Franco ed anche io vi abbiamo solo aggiunto un commento, rivelando quello che avviene tutti i giorni.

    Se il licantropo nascosto nell'ombra ha qualcosa da dire, prenda un'analoga notizia da un giornale italiano e la pubblichi sul suo blog, oppure stia nella sua ombra...a cuccia.

    Ovviamente la potrà pubblicare solo se ha quel minimo di capacità (ne dubito) di creare un suo blog.

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