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Il Brasile è il 2° Paese con più disuguaglianza sociale


Non c’era bisogno che facessero una ricerca e ci dicessero queste cose. Che in Brasile ci sia una disuguaglianza molto grande lo sanno anche le pietre. Sarebbe opportuno che la Dilma o chiunque sia al comando del Paese, facesse qualcosa di concreto per diminuire questo problema. Ma qui, come in qualunque altro Paese, la gente è molto brava a parlare, ma alla fine non risolve quasi niente. Aggiungo che questa disuguaglianza non solo la si vede, ma la si sente sulla pelle. Qui, un muratore o un addetto alle pulizie, tanto per fare un esempio, viene considerato di un livello sociale molto basso, come se fosse di una casta inferiore, quasi intoccabile e impura. Perlomeno, nella mia tanto criticata Italia, certe cose non succedono.

Il Brasile è il secondo paese con più disuguaglianza del G20, secondo uno studio condotto nei Paesi che compongono il gruppo.

Secondo una ricerca condotta dalla Oxfam – un’organizzazione per combattere la povertà e l'ingiustizia sociale, presente in 92 paesi - solo il Sud Africa è peggio de Brasile in termini di disuguaglianza.

Come base di confronto, la ricerca esamina anche la partecipazione nel reddito nazionale del 10% più povero della popolazione di un altro sottogruppo di 12 paesi, secondo i dati della Banca mondiale. A questo proposito, il Brasile ha la peggiore performance di tutti, Sud Africa compreso.

Il documento dichiara che i paesi più diseguali del G20 sono quelli con economie emergenti. Oltre a Brasile e Sud Africa, Messico, Russia, Argentina, Cina e Turchia hanno i peggiori risultati.

Le nazioni con maggiore uguaglianza sociale, secondo la Oxfam, hanno un’economia sviluppata e un reddito più elevato, come la Francia (il paese con il miglior punteggio complessivo), Germania, Canada, Italia e Australia.

Ma qualcosa di buono c’è: il Brasile è citato da questa ricerca come uno dei paesi dove la lotta contro la povertà è stata più efficace negli ultimi anni. Lo studio cita i dati che collegano l'uscita di 12 milioni di brasiliani fuori dalla povertà assoluta tra il 1999 e il 2009, oltre alla riduzione della disuguaglianza misurata con indice di Gini, in calo del 0,52-0,47 nello stesso periodo (il coefficiente varia da zero , il che significa un minimo di disuguaglianza, uno che è il massimo). Lo studio prevede che se il Brasile crescerà secondo le previsioni FMI (3,6% nel 2012 e oltre il 4% negli anni successivi) e continuerà il trend di riduzione delle ineguaglianze e la crescita della popolazione, il numero dei poveri diminuirà in quasi due terzi entro il 2020, con 5 milioni di persone in meno nella soglia di povertà.

Ma l’Oxfam mette in guardia il Brasile, affermando che nel caso non ci sia un miglioramento sulla 
disuguaglianza nei prossimi anni, nemmeno una forte crescita del prodotto interno lordo (PIL) potrebbe far uscire un numero significativo di brasiliani dalla povertà. "Anche se il Brasile è il progresso nella lotta alla povertà, è ancora uno dei paesi più diseguali del mondo”,  ha detto alla BBC Brasile, Simon Ticehurst.

Per lui, è importante che il governo continui la politica di trasferimento del reddito, come la Bolsa Familia, e che lo Stato intervenga per migliorare il sistema di distribuzione. "I mercati possono creare posti di lavoro, ma non servono per una giusta redistribuzione (di reddito)," dice.

Ticehurst ha anche detto che per ridurre le disuguaglianze, il Brasile deve anche affrontare le questioni della sostenibilità e resistenza agli shock esterni. "I più poveri sono i più influenzati dalla volatilità dei prezzi alimentari, i prezzi dell'energia, gli impatti dei cambiamenti climatici. Il modello di sviluppo in Brasile deve tener conto di questo." Per il rappresentante dell’Oxfam, la riforma agraria e incoraggiare l'agricoltura familiare è importante per ridurre le disuguaglianze. 
 
"I più poveri della popolazione, circa il 47% vivono in zone rurali. Inoltre, il 75% dei brasiliani consumano alimenti che sono prodotti da piccoli agricoltori, che vivono in povertà", ha detto Ticehurst. "Bisogna chiudere il circuito in modo che i produttori che alimentano il paese siano meno vulnerabili e abbiano migliori condizioni".

Secondo il rapporto di Oxfam, la maggior parte dei paesi del G20 mostra una tendenza "preoccupante" nell'aumento della disuguaglianza. "L'esperienza del Brasile, Corea del Sud e molti paesi a basso reddito e medio-basso indica che la riduzione della disuguaglianza è possibile solo grazie ai leader del G20", ha detto.

fonte: BBC

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10 Commenti

  1. Nella cittadina dove abito, ubicata nella sesta o quinta potenza economica del mondo,è da martedì che in iternet è "fora do ar", e questo e tutto dire. Per accedere ad internet ho dovuto percorrere (di pau-de-arara) solo 25 chilometri. Almeno per vedere eventuali email.

    Ma non ho potuto resistere dal rispondere a questo posto, specialmente la dove riporti:

    "Ma qualcosa di buono c’è: il Brasile è citato da questa ricerca come uno dei paesi dove la lotta contro la povertà è stata più efficace negli ultimi anni. Lo studio cita i dati che collegano l'uscita di 12 milioni di brasiliani fuori dalla povertà assoluta tra il 1999 e il 2009"

    In realtà Lula il Fanfarone ha preso in mano un paese con 10 milioni di poveri `lo ha passato alla fanullona Dilma con 16,5 milioni di poveri. Un aumento del 65%.

    La fanullona cosa ti va ad inventare? Una semplice legge che abbassa il mimite di povertà dai 135 R$ mensili pro capite ao 70 R$ mensili pro capite, promuovendo, dalla sera alla mattina, milioni di miserabili alla qualifica di poveri.

    Ma poiché i poveri sono aumentati, allora la stessa fanullona insieme al fanfarone hanno promosso milioni di famiglie che guadagnavano R$1.126 alla Classe Media.

    Che poi questi milioni di famihlie non hanno visto neppure un centesimo di aumento poco importa. L'importante è che per le statischi di fanulloni e ciarlatani il Brasile "vince" la povertà.

    E poiché dispongo di altri minuti, vediamo di parlare della "Oxfam", ponendoci la domanda? Ma chi ci lavora, una massa di imvecilli?

    Cosa centra il Brasile, dove la disuguaglianza proviene dalla miseria e dalla mancanza di istruzione con il Sud Africa dove la disuguaglianza proviene principalmente da un razzismo profondo, violento, sanguinario e radicato.

    Questi signori della 'Oxfam' potrebbere andare a zappare la terra, che il mondo ne trarrebbe giovamento.

    Ci risentiamo (spero) sabato prossimo

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  2. Caro Giancarlo,
    quello che io trovo strano, da perfetto ingenuo e ignorante, è che alcune notizie vengono riportate solo dai giornali nazionali. Per esempio, questa ricerca fatta dalla Oxfam la trovi in quasi tutti i giornali brasiliani, ma se la vai a cercare in qualche testata o agenzia italiana non troverai nessun riferimento in merito. Eppure è una ricerca internazionale e tratta, oltre che al Brasile, anche molti Stati dell'Europa (Italia compresa)e di altri Continenti. Lo stesso penso che avvenga con certe notizie o avvenimenti che succedono in altri Paesi.

    D'altronde, anche se ormai abbiamo capito che le statistiche sono qualcosa di poco serio, è indubbio che sono molto comode a chi interessa e ne trae giovamento.

    Quindi, "COME" Lula e la Dilma siano riusciti a diminuire il numero di poveri nel loro Paese non ha importanza. L'importante è che i numeri gli danno ragione e che, perlomeno all'apparenza, loro sono riusciti a debellare, almeno in parte, la povertà in Brasile.

    A presto (internet permettendo)!

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  3. Giancarlo, nn sei felice?? Allora torna nella tua Italia...

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  4. "Giancarlo, nn sei felice?? Allora torna nella tua Italia..."

    Tipico de eleitor do Lulla, não aguenta receber críticas.
    Por ter "gente" desse naipe que o país não vai pra frente! Não consegue enxergar um palmo na frente do nariz.
    Fábio.

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  5. A me non sembra che Giancarlo abbia detto qualcosa di male. Sono più critico io sul Brasile che lui. In ogni caso, caro Anonimo delle 14:42, sul fatto di tornare in Italia, non hai idea di quante volte lo abbiano detto a me, ma ormai non ci faccio più caso. Io, personalmente, ti posso assicurare che se potessi tornare al mio bel paesello sarei molto felice. Purtroppo, per i problemi che sappiamo, non è possibile. Però non mi sembra il caso di mandare via una persona solo perchè fa delle critiche.

    x Fabio
    ovviamente non posso essere sicuro, ma è probabile che l'anonimo di cui sopra sia in realtà un italiano sclerotico che non sa accettare critiche. In ogni caso, di qualunque paese lui sia, dovrebbe cercare di essere più disponibile alle idee altrui.

    P.S. scusate se mi sono intromesso, ma in qualche modo mi sono sentito in causa.

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  6. Al caro Anonimo del 25 gennaio 2012 14:42 posso solo dire che l'Italia non è mia. Non ho i soldi per comperarla.

    E qui mi fermo perché il blog non è mio, ma se vorrai sapere cosa penso di te puoi scrivere sul mio blog http://ilmosta.blogspot.com dove potrò esprimere in piena libertà i miei delicati pensieri.

    Ma sono certo che come elimini i miei commenti in altri blog non avrai il coraggio di presentarti, perché da buon gheppio sai solo colpire alle spalle, ma solo per notizia proprio pochi minuti fa ho inserito un post che ti riguarda direttamente.

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  7. C'e' poco da ribaidre a cio' che ha detto Giancarlo, se non verificarlo, questa sarebbe l'unica cosa sensata da fare, "commenti offensivi sono sempre inutili e nocivi per chi li fa" (Masaru Emoto).
    Detto questo, io non verifichero' ci credo a Giancarlo, visto che siamo in un mondo dove apparire e' meglio di fare e chi fa qualcosa viene steso (in Argentina ne sanno qualcosa).
    Cmq vi invito a vedere la differenza sociale al contrario, chi non e' benestante (o povero in canna) ha piu possibilita' di vedere e capire la realta' di chi invece ha la vista offuscata dal Dio Denaro (ivi compresi il ceto Medio).
    Un saluto dal Japao (Giappone... si scrive cosi in Portoghese?)!

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  8. Caspita, ricevere un commento dal lontano Japão (hai scritto giusto, accento a parte)non è di tutti i giorni!

    A parte i dovuti saluti e ringraziamenti per essere venuto a trovarmi da così lontano, ti posso dire che concordo in pieno su quello che hai detto. E' solo vivendo una vita semplice, comune alla maggior parte della gente, che si può vedere e capire la realtà di un determinato Paese. E' proprio questo che alcuni miei connazionali non riescono a capire: vivendo qui come turista solo per alcuni mesi all'anno o facendo una vita di un livello che pochi brasiliani possono solo immaginare è certamente comodo e piacevole, ma questo però non permette di conoscere gran parte della vita reale e pratica di questo popolo.

    Un abbraccio dal Brasile.

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  9. Credo che nessuno di voi abbiate conosciuto il Brasile di 50 anni fa. Istruzione ( anche se ottima ) solo per pochi nelle grandi città. Povertà quasi assoluta. Meno crimini a quei tempi quello si, ma il Brasile di oggi è enormemente migliorato rispetto allora facendo in particolare in questi ultimi venti anni passi da gigante. Ci sono grandissimi problemi da risolvere e tanta povertà da eliminare e tanta scuola da impiantare ma mi credano gli scettici che per chi conosce il Brasile da molti anni non occorrono le statistiche per capire i progressi fatti. E comunque è un paese che va avanti mentre altri per errori anche gravi di economia camminano all'indietro.

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  10. 50 anni fa, ossia attorno al 1950, ossia la decade del 1950.

    Caro Fosforo3000, quella decade vede il suicidio di Getúlio Vargas, l'uomo che ha preparato il Brasile al successivo avvento di Juscelino Kubitschek e la nascita del cosiddetto populismo.

    Ovviamente nelle regioni interne la povertà era presente, come ancora lo è oggi, da li nacque la migrazione interna del Nord per il Sud e dall'interno per le capitali dei vari stati, in concomitanza ad una crescita esponenziale dell'industrializzazione.

    Non è per niente che in Brasile quella decade he conosciuta come "Anos Dourados". In realtà in questi ultimi 20 anni il Brasile non ha fatto passi da gigante, ma sta sfruttando l'eredità lasciata da Getúlio Vargas, il miglior presidente che il Brasile ha avuto, di Juscelino Kubitschek e in parte anche del "ventennio militare", che ha fatto molto di più di quello che certi personaggi odierni vogliono ammettere.

    Ovviamente, come dici, è un paese che va avanti, ma, io preciso, non ha consistenza. Dopo aver distrutto l'industria manifatturiera locale (oggi abbiamo solo manifatture di grandi aziende estere) il Brasile è esportatore solo di materie prime, che danno un guadagno immediato, ma non creano un futuro stabile.

    Altri paese, che affermi vanno indietro per errori "anche gravi" di economia non ne conosco.

    Conosco paesi che seguendo l'onda del consenso facile hanno dato al popolo sempre tutto quello che pretendeva. Quindi non si tratta di errori economici, ma di figli (il popolo) spendaccioni, che vogliono tutto e subito con un padre (governo) che non ha la forza morale di negarsi.

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