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JN no Ar


Io non sono un grande fan della Rede Globo, perché la maggior parte delle sue programmazioni sono novelas, ma alcune cose riescono a farle molte bene. Una di queste è il Jornal Nacional, in pratica il Telegiornale nazionale, dove le notizie vengono sempre descritte in modo chiaro e semplice. A mio avviso l’unica pecca che possiamo riscontare è che, in proporzione, ci sono poche notizie del mondo “esterno”, ma questo poco interesse di quello che succede al di fuori del Brasile sembra che sia una caratteristica proprio dei brasiliani (è solo una mia idea).

E in questo periodo di elezioni i manager della Rede Globo hanno avuto la brillante idea di visitare e conoscere tutti I 27 stati che compongono la República Federativa do Brasil. E come riuscire a percorrere tutte quelle migliaia di chilometri tra uno Stato e l’altro? Certamente non con un autobus, dato che ci vorrebbe tantissimo tempo solo per andare da una città a un’altra. Ecco quindi che hanno inventato il JN no Ar, cioè il Jornal Nacional usando un aereoplano, per la precisione un Falcon 2000 (per la verità gli aerei sono due, uno più piccolo per atterrare in quei posti dove non ci sono piste adeguate).

Questa idea io la trovo bellissima e permette a me, ma anche a molti brasiliani, di conoscere cose di questo Paese che nemmeno immaginavo. Ad esempio non sapevo che in moltissime città, specialmente non Nord del Brasile, non esiste nemmeno la rede de esgoto (le fognature) o che il tasso di analfabetismo è ancora molto elevato. Per non parlare di salute pubblica o altre istituzioni importanti.

A bordo di questo areoplano, il giornalista Ernesto Paglia, insieme a una equipe di otto persone, sta viaggiando in tutto il Paese per sapere cosa la popolazione pensa dello Stato in cui vive. A tutt’oggi ha già percorso più di 20.000 km, e sono appena a metà del percorso! Questo sta anche a dimostrare le dimensioni di questo Paese, che per conoscerlo bene occorre molto tempo. Infatti io sto iniziando a capire qualcosa dopo un anno di permanenza in Brasile, ma sono appena all’inizio. Penso che avrò ancora tantissime cose da impararare e, ovviamente, da raccontare.

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